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Giuseppe Puglia il Bastaro. Il naturalismo classicizzato nella Roma di Urbano VIII

Presentazione di Erich Schleier.
San Casciano V.P., 2013; paperback, cm 21x28.

cover price: € 77.00

Giuseppe Puglia il Bastaro. Il naturalismo classicizzato nella Roma di Urbano VIII

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Giuseppe Puglia il Bastaro. Il naturalismo classicizzato nella Roma di Urbano VIII

Presentazione di Erich Schleier.
San Casciano V.P., 2013; paperback, cm 21x28.

FREE (cover price: € 77.00)

Giuseppe Puglia il Bastaro. Il naturalismo classicizzato nella Roma di Urbano VIII

Pinacoteca Vaticana. Nella pittura l'espressione del messaggio divino, nella luce la radice della creazione pittorica

Milano, 1992; bound, pp. 471, col. ill., col. plates, cm 33x30,5.

FREE (cover price: € 50.00)

Pinacoteca Vaticana. Nella pittura l'espressione del messaggio divino, nella luce la radice della creazione pittorica

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La danza alla rovescia di Artaud. Il Secondo Teatro della Crudeltà (1945-1948)

Bulzoni

Roma, 2006; paperback, pp. 300.
(Pubblicazioni Varie).

series: Pubblicazioni varie

Subject: Cinema,Societies and Customs,Theatre

Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period

Languages:  italian text  

Weight: 1.44 kg


Alla fine della sua vita e del suo percorso artistico, Artaud concepisce il Teatro della Crudeltà (di cui aveva parlato per la prima volta negli anni Trenta) come un grandioso progetto etico-politico di insurrezione fisica: si tratta di trasformare (nuovamente) la scena in un "crogiolo" nel quale l'uomo (non più soltanto l'attore) possa rifare la propria anatomia, ricostruirsi un corpo, rifiutando quella che Jacques Derrida ha chiamato la "differenziazione organica": un corpo senz'organi.
Se non ci fanno velo la leggenda di un Artaud refrattario alla tecnica e il pregiudizio della follia, il 2° Teatro della Crudeltà pu" cominciare ad essere collocato nel posto che gli compete, e cioè accanto alle altre grandi esperienze teorico-pratiche di educazione corporea e di addestramento psicofisico dell'attore portate avanti dai maestri del teatro contemporaneo, quelli che Fabrizio Cruciani ha chiamato "registipedagoghi".
Ma non basta. Lungi dall'essere una sorta di scheggia impazzita del Teatro e il suo doppio, il 2° Teatro della Crudeltà si rivela invece - a uno sguardo più attento e meno prevenuto - come una tappa ulteriore, e molto più radicale rispetto al 1°, sulla strada di quel fenomeno cruciale del Novecento che è il superamento o, meglio, l'auto-superamento del teatro, secondo una linea che dallo Stanislavskij del lavoro su Tartufo porta alle ricerche di Grotowski, dalla fase parateatrale fino a quella, conclusiva, dell'Arte come veicolo.

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