Elegie d'Incanti

"Nelle letterature greca e latina venivano definiti elegiaci i componimenti poetici in distici, inizialmente, di argomento vario, in seguito di tono meditativo, malinconico per una condizione di infelicità, causata da motivi come la fugacità del tempo, la lontananza di persone care. Pensiamo a Tibullo che descrive sogni, illusioni, delusioni, desideri e timori personali. Nella terza elegia del primo libro, al pensiero della morte, immagina una vita beata nei campi Elisi, tra danze, canti e campi fioriti. Luigi Reale si ricollega a questo clima di nostalgia, di soffusa mestizia davanti all'amore perduto."
Tratto dalla prefazione di Alessandro Quasimodo