Giuseppe Maraniello. Zolle

Bolzano, 2003. Testo critico di Letizia Ragaglia. Edizione bilingue italiano/tedesco. «Le opere di Maraniello si presentano solo in apparenza come facilmente e piacevolmente fruibili. È vero che contengono forme e segni che l'osservatore riconosce come familiari, ma questo ammiccamento nasconde la vera chiave dell'operazione estetica: l'arte di Maraniello esige che lo spettatore si soffermi e si metta in gioco per abbandonare il primo livello di ricezione dell'immagine e partecipare alla tensione tra i contrasti, affinché si arricchiscano ulteriormente le già molteplici prospettive sotto le quali si presenta un soggetto».