Leopardi

Si è giustamente osservato che, pur rinnovando radicalmente la poesia italiana, linguisticamente Leopardi è "poco sovversivo" (Klajn): il suo linguaggio lirico, caratterizzato dal costante e profondo rapporto con la tradizione, può apparire persino chiuso "in un giro di inevitabili oggetti eterni sottratti alla mutabilità della storia" (Contini), anche se nell'edizione dei Canti del 1835 vengono sistematicamente eliminate alcune forme arcaiche inerziali ancora presenti nella poesia coeva. Il volume indaga analiticamente un campione rappresentativo dei Canti, mirando a mostrarne le peculiarità linguistiche e stilistiche in relazione alla rimanente opera, anche in prosa, di Leopardi medesimo, nonché alla tradizione lirica italiana.