Non chiudere il vento in una stanza. Memorie di una neuropsichiatra infantile

Fra autobiografia e inchiesta, «Non chiudere il vento in una stanza» affronta la situazione della sanità psichiatrica italiana, in particolare relativamente alla neuropsichiatria infantile. L'autrice ha lavorato a lungo come neuropsichiatra infantile del servizio pubblico a Napoli e in Trentino ne traccia una fotografia paradossale. I servizi territoriali al Sud sono "ridotti all'osso", attraversati da scelte sbagliate e interessi del malaffare. Eppure, sopravvive la capacità del tessuto sociale di creare reti che contrastano alcuni degli esiti più drammatici delle patologie psichiatriche e sostengono, in maniera informale, la vita delle famiglie colpite da queste patologie. La sanità psichiatrica trentina è un altro pianeta: fondi abbondanti, organizzazione all'avanguardia. Eppure non si può non trovare nella rigidità degli schemi sociali, nell'isolamento, nella piccola e tignosa burocrazia locale gravi ostacoli all'affermazione dei diritti alla salute dei piccoli pazienti: storie per fortuna spesso - ma non sempre - risolte anche con un tocco di abilità e fantasia meridionali.