Il condannato

Un uomo con cinque figli a carico tocca il punto più infimo della sua esistenza e prova a opporsi a questo sfacelo. Non è solo la sua condizione economica disastrosa a preoccuparlo, c'è in gioco tutta la sua vita: il suo matrimonio fortemente in crisi, i conflitti irrisolti con sua madre, la forte dipendenza dal bere, la difficoltà ad accettare un clima di lavoro privo di stimoli, nonché la sua carriera letteraria che stenta a decollare (nonostante le sue riconosciute capacità). Quest'uomo si trova a un punto cruciale, non può più aspettare, deve assolutamente reagire, e lo fa: batte tutte le strade possibili per uscire dal baratro e al contempo registra giorno per giorno le umiliazioni che è costretto a sopportare. In definitiva, sarà questa la sua vera sfida con se stesso, l'arma che sceglierà di usare per superare lo sfacelo: la scrittura. Alla resa dei conti, sceglie di affidarsi a ciò che sa fare meglio, a ciò che lo fa vivere meglio, alla sola cosa che lo ha tenuto in vita, anche perché ormai non ravvisa più nessun confine fra la sua vita e la sua scrittura: tutto ciò che gli accade si cristallizza in tempo reale sulla pagina. L'uomo pieno di debiti, il marito sull'orlo della separazione, il figlio inadempiente e dissoluto, il bevitore incallito verranno riscattati dallo scrittore che attraverso il suo sforzo titanico darà un senso alla loro sofferenza. Mettersi a nudo, senza omettere dettagli davvero dolorosi su di sé, diventa un pretesto per fare chiarezza sul proprio passato, sulle cause che nel corso degli anni lo hanno portato a condurre una vita impossibile, totalmente fuori dall'ordinario. In questo modo, il diario che raccoglie le sue nefandezze quotidiane, si trasforma ben presto in qualcosa di molto più ampio, in un resoconto definitivo e impietoso che non ammette finzioni o vie di fuga, arrivando a mettere in luce la profonda crisi che sta attraversando la sua vita intera.