Malinconia dei carrubi

Occhioni ha passato le estati della sua infanzia a Scicli, lasciando per qualche mese la Roma frenetica degli anni del dopoguerra, insieme al fratello Mimì e al grande, viscerale, dolcissimo amore della sua vita: Mamma b.d. Mamma bella donna con il rossetto rosso e la sigaretta tra le labbra, troppo moderna per le malelingue di paese. Inspiegabilmente additata, lei che ha occhi solo per la famiglia, che con pochi spiccioli non fa pesare quella povertà profonda e disarmante che non permette svaghi, carne in tavola tutti i giorni e vestiti nuovi. Ora Occhioni è cresciuto, vive a Roma, lavora per una grande ditta e scatta fotografie. Poi un giorno gli capita tra le mani una vecchia cinepresa e tutte le sue certezze crollano, il suo mondo si stravolge. Che cosa succederebbe infatti se le immagini distorte catturate da una telecamera mostrassero particolari del passato che non abbiamo scorto? Cosa scopriremmo della nostra famiglia se potessimo spiare quello che è accaduto decine di anni prima in un luogo in cui abbiamo vissuto? E se la cinepresa riprendesse solo dettagli amorosi, tresche clandestine, mani che sfiorano corpi, respiri affannati, bocche che si cercano?