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La collezione dei bronzi del Museo Civico Medievale di Bologna

San Casciano V. P., 2017; paperback, pp. 402, col. plates, cm 21,5x30.

cover price: € 150.00

La collezione dei bronzi del Museo Civico Medievale di Bologna

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La collezione dei bronzi del Museo Civico Medievale di Bologna

San Casciano V. P., 2017; paperback, pp. 402, col. plates, cm 21,5x30.

FREE (cover price: € 150.00)

La collezione dei bronzi del Museo Civico Medievale di Bologna

Petrosa. Un insediamento dell'età del bronzo a Sesto Fiorentino

Vinci, 1994; paperback, pp. 114, 29 b/w ill., 16 col. ill., cm 17x24.

FREE (cover price: € 15.49)

Petrosa. Un insediamento dell'età del bronzo a Sesto Fiorentino

Bronzi e Pietre Dure nelle Incisioni di Valerio Belli Vicentino

Edited by Tubi Ravalli C.
Ferrara, 2004; bound, pp. 215, b/w and col. ill., cm 26x31.

FREE (cover price: € 100.00)

Bronzi e Pietre Dure nelle Incisioni di Valerio Belli Vicentino

L'industria artistica del bronzo del Rinascimento a Venezia e nell'Italia settentrionale

Atti del Convegno Internazionale di Studi, Venezia - Fondazione Giorgio Cini, October 23 - October 24, 2007.
Edited by Avery V. and Ceriana M.
Translation by Ermini G.
Trento, 2008; paperback, pp. 480, b/w ill., cm 21,5x29.
(Pubblicazioni del Comitato Nazionale per le celebrazioni del 550° anniversario della nascita di Tullio Lombardo).

FREE (cover price: € 44.00)

L'industria artistica del bronzo del Rinascimento a Venezia e nell'Italia settentrionale

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Leonardo da Vinci e Cesena

Gruppo Editoriale Giunti

Cesena, Biblioteca Malatestiana, September 20 - November 10, 2002.
Edited by Montalti P.
Presentazione di Carlo Pedretti.
Firenze, 2002; paperback, pp. 94, 126 numbered b/w ill., cm 21x29,5.
(Arte. Cataloghi).

series: Arte. Cataloghi

ISBN: 88-09-02919-4 - EAN13: 9788809029194

Subject: Architects and their Practices,Collections,Essays (Art or Architecture),Graphic Arts (Prints, Drawings, Engravings, Miniatures),Monographs (Painting and Drawing)

Period: 1400-1800 (XV-XVIII) Renaissance

Places: Emilia Romagna,Italy

Languages:  italian text  

Weight: 0.52 kg


La mostra, divisa in due sezioni principali, l'architettura e la scienza, l'etnografia, tende a mettere in luce e svelare attraverso le notazioni e le riflessioni di Leonardo da Vinci, alcuni aspetti originali del Cinquecento in Romagna, con particolare attenzione al contesto storico culturale della città di Cesena.

Scienza - Architettura
L'esposizione comprende le annotazioni di carattere scientifico e i disegni della cinta muraria realizzati da Leonardo durante la sua visita a Cesena. Il rilievo del perimetro fortificato assume particolare risalto formando la parte prima della sezione. La planimetria delle mura è ulteriormente indagata attraverso una più dettagliata analisi metrologica del tracciato. Sono messe in evidenza, attraverso rilievi architettonici e fotografici della Portaccia, di Porta Fiume, della rocca e di altri manufatti, le congruenze tra i disegni di Leonardo e gli organismi della città. La parte seconda esamina tematiche pertinenti alle osservazioni scientifiche, più specificatamente legate ad aspetti di fisica, di meccanica e idraulica. Ad esempio, il 10 agosto, in visita alla Fiera cesenate di San Lorenzo, Leonardo schizza un congegno meccanico, un peso su sostegno con descrizione dell'effetto delle forze fisiche; il 15 agosto, festa dell'Assunzione di Maria, raffigura una carrucola, un meandro di fiume con considerazioni di idraulica.

Etnografica
La ricchezza degli appunti non smentisce anche in questa circostanza l'indole curiosa ed attenta di Leonardo. Le sue osservazioni ci consentono di volgere uno sguardo sugli usi e costumi della tradizione popolare locale del XVI secolo, con riferimento alle feste e fiere. Ci sorprendono l'esame critico sulla maniera di costruire i carri agricoli in Romagna, lo schizzo di una particolare tipologia di carro cesenate, il modo di comunicare dei pastori tramite corni inseriti in specifiche cavità ricavate nelle pendici dell'Appennino per amplificare il suono e suscita meraviglia lo schizzo che raffigura l'ingegnoso e semplice sistema di conservazione dell'uva a Cesena.

Cesare Borgia, nel complesso insieme di coalizioni politico-militari fra alcune potenze italiane col sovrano francese Luigi XII, finalizzate alla conquista della Penisola, ricerca un dominio nell'ambito dello Stato della Chiesa ed in particolare le sue ambizioni si rivolgono alla Romagna vessata in questo periodo dai tiranni locali. Nel 1502 è già completata l'organizzazione burocratica ed amministrativa del ducato e, per fare di Cesena una sede degna d'un principe, il Valentino si prefigge di attuare vari progetti: "palazo, canale, rota, studio piazza in fortezza, agrandare Cesena, fontana in piazza, duchessa, corte a Cesena, fare il porto Cesenatico [...] condurre barche dal Cesenatico a Cesena", cercando di curare anche il decoro e la pulizia della città, con solerzia inizia i lavori: "mastro Spezante ingegnere ducale aconzonò le strade, ponti e flumo [...] conzonò la via nuova e alquante altre [...] quasi ghiarata tutta la strada che va al porto".

Il Borgia conferisce l'incarico di "architecto ed ingegnero generale" a Leonardo da Vinci che adempie l'importante mansione di ispezione e revisione delle fortificazioni nelle giurisdizioni conquistate, tra cui le Marche e la Romagna. Il mandato ufficiale arriva con lettera patente il 18 agosto 1502, mentre Leonardo operava nel territorio e verosimilmente, proprio a Cesena, città preposta a divenire sede del ducato di Romagna. La sua presenza a Cesena è comprovata dal Manoscritto L conservato all'Istituto di Francia di Parigi nel quale ritroviamo, oltre i rilievi completi della cinta muraria della città, alcuni disegni architettonici, diversi appunti pertinenti l'idraulica, la meccanica, la fisica e singolari osservazioni riferite ad attrezzi e dispositivi impiegati in ambito cesenate.

Il manoscritto per Leonardo, costretto a continui spostamenti, costituisce un linguaggio visivo efficace, indispensabile per memorizzare, tracciare pensieri che successivamente potrà riprendere, confrontare e vagliare alla luce di nuove riflessioni.

Due date confermano la sua presenza in città: il 10 agosto, "fiera di Santo Lorenzo", disegna un congegno meccanico sovrapponendolo ad una planimetria precedentemente tracciata; il 15 agosto, "el dì di Santa Maria mezz'agosto" esegue i rilievi di un edificio, di un tratto di fiume e di una carrucola.

La considerazione rivolta alle fortificazioni appare evidente nei taccuini di viaggio in cui annota, quasi freneticamente, i caratteri dei manufatti bellici, anche quelli ormai desueti, apparentemente sorpassati per capacità difensiva, in riferimento ai nuovi armamenti.

Per esempio dedica particolare considerazione alle merlature rilevate a Cesena, ponendole in relazione a diverse tipologie di feritoie, balestriere e sistemi di difesa piombante. Leonardo aveva già affrontato il problema difensivo, indicando prescrizioni e modalità di rafforzamento delle mura, in relazione all'intervento della artiglieria. dopo la seconda metà del XV secolo, con le singolari contingenze belliche e per la specifica evoluzione della tecnica militare e delle armi da fuoco, si attuano le sperimentazioni degli schemi difensivi e offensivi, senza rinunciare agli armamenti desueti ancora funzionali.

Pur valutando l'avvento ormai sicuro delle armi da fuoco pesanti, le fortificazioni conservano per esempio gli apparati a sporgere della difesa piombante, le balestriere saranno utilizzate simultaneamente all'impiego degli archibugi e le murature a scarpa continueranno a contrastare la scalata di mura o deviare i colpi di bombarda. In questo particolare momento storico, l'indispensabile ammodernamento delle opere di difesa restituisce significativi esempi anche nella fortificazione cesenate. Principalmente il complesso della Rocca, "falcon de romagna", con i torrioni poligonali alternati a quelli circolari, distribuiti lungo l'ampia cortina che racchiude al suo interno il maschio e la femmina; alcuni manufatti delle mura urbane, tra quelli pervenuti, predisposti per la difesa radente dei profili murari, la tutela degli accessi alla città e disposti a protezione delle aree circostanti, fra cui la Portaccia collocata sul torrente Cesuola, il possente bastione circolare denominato "ex Lazzaretto", porta Fiume l'unica superstite di due torri collocate alle estremità del ponte di San Martino.

Salendo verso la Rocca Malatestiana, seguendo un percorso lungo il forte declivio del colle, Leonardo annota l'efficace sistema di controllo composto da una serie di sbarramenti che bisognava superare per entrare nella fortezza. Esegue inoltre il rilievo dell'intero perimetro fortificato cesenate con il metodo "itinerante", basato cioè sulla misurazione orientata di segmenti consecutivi di mura. Malgrado uno slittamento delle misure e dell'orientamento, si riscontrano le rispondenze con i torrioni ed i punti caratterizzanti l'andamento della cinta muraria. I torrioni delle mura di ponente presentano ancora le tracce di innesto delle arcate costituenti l'impianto sopraelevato di camminamento controllato da Leonardo e sono essi stessi i reperti principali di quella struttura.

Leonardo svolge studi sulle acque, sviluppa indagini sul comportamento dei fluidi che considera premessa necessaria per la soluzione di problemi di ingegneria idraulica. Attraverso l'osservazione pratica approfondisce la conoscenza dei fenomeni naturali ed elabora sistemi di regolazione delle acque e canalizzazione dei fiumi. In alcuni fogli del manoscritto L ritroviamo annotazioni e disegni riguardanti il moto dell'acqua e, con specifico riferimento al fiume, riflessioni sulle conseguenze che da esso ne derivano.

Muovendosi nel territorio cesenate ha potuto porgere l'attenzione a diversi aspetti dell'ambiente che lo ospitava, manifestando il suo interesse attraverso rapidi schizzi o annotando brevi riflessioni. In un foglio del manoscritto L disegna la modanatura di una finestra osservata in città e non gli è passato inosservato il bagliore di grappoli di uve pencolanti, messe ad appassire in una stanza o appese ad un bastone e "portate a Cesena". Colpito da quel lampo di fantasia, scaturito forse nella mente di un contadino, prontamente ha annotato il singolare espediente, un metodo di aggancio, per quanto semplice, geniale e perfetto.

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