La Traversata delle Alpi in 115 giorni dall'Adriatico al Mar Ligure
Foreword by Eugenio Maria Cipriani.
Lugagnano di Sona, 2025; paperback, pp. 304, cm 15,5x23.
ISBN: 88-99278-62-8
- EAN13: 9788899278625
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«Sulla cima, in segno di pace, è stata eretta la bellissima Croce d'Europa con dodici stelle. È ancora presto, non c'è nessuno all'orizzonte, mi fer¬mo a lungo per gustare in solitudine un panorama eccezionale, più di un'ora quassù nel silenzio è impagabile. Quando inizia ad arrivare altra gente riparto, scendo dal versante ovest. Una dopo l'altra ina¬nello le tante cime minori che formano la cresta. Ho anche il tempo di sistemare come posso paletti indicatori abbattuti e ometti segnavia crollati. Insomma, ogni scusa è buona per attardarsi qua in alto.» «Questa mattina, quando ho aperto la finestrella della cameretta del rifugio, un uccellino è venuto a svolazzare davanti a me: è stato lì per un po', guardandomi, sembrava volermi davvero salutare, lui, riconoscendomi come membro del creato. È davvero una nuova situazione: accontentarsi di poco, nel senso di fare a meno delle tantissime agevolazioni e sovrastrutture di cui le nostre vite sono cariche. Sto proprio bene così come sono, non c'è anelito ad altro, come se quel momento fosse la più profonda realizzazione del mio essere: che non chiede altro per sé, è appagato, pieno, in pace.» Con la prefazione di Eugenio Maria Cipriani Con gli anni ho imparato che coloro che amano la montagna - siano essi escursionisti, alpinisti o rocciatori - non vanno giudicati e considerati per ciò che hanno fatto, ma per come sono "dentro". Perché l'atletismo, anche se di alto livello, alla lunga annoia; così come annoiano i record, i gradi, le performances. Se guardiamo alla letteratura alpinistica nel suo insieme, le pagine più belle non sono quelle in cui vengono descritte gesta mirabolanti, quanto piuttosto quelle in cui attraverso il racconto di una scalata, il cosiddetto récit d'ascension, emerge l'aspetto più intimo e vero del protagonista. Con le sue speranze e i suoi timori, le sue paure e i suoi sbagli, i suoi entusiasmi e le sue disillusioni, le sue gioie e le sue delusioni. Chi scrive di montagna è sempre pronto a raccontare come ha attraversato se non addirittura come ha "modificato" il paesaggio con le proprie esplorazioni e le proprie imprese. Molto più raro è trovare autori di montagna con una sensibilità d'animo e una capacità d'introspezione tali da consentire loro di raccontare come e quanto, invece, il paesaggio abbia cambiato loro stessi. Insomma, il protagonismo spesso prevale sulla sincerità. Oggi più che mai, in tempo di social dove per un "like" in più non pochi sono disposti a vendersi l'anima e dove la finta sincerità prevale sui sentimenti effettivamente provati e vissuti. Benché Pierluigi bazzichi il mondo dei social, dove peraltro ci siamo conosciuti e grazie al quale è nata una bella e sincera amicizia, egli rappresenta l'eccezione a quanto scritto poc'anzi. L'eccezione che, forse, conferma la regola. Infatti, a differenza di tanti altri, Pierluigi è sincero, diretto, immediato. A volte persino disarmante nella sua candida spontaneità. Frequentandolo si capiscono e si apprezzano queste sue qualità. Che s'intuiscono facilmente, però, anche solo leggendo le pagine di questo originale e frizzante racconto di viaggio. Ma la dote forse più marcata di Pierluigi, e che essa pure traspare da ogni riga, da ogni racconto, da ogni descrizione, è l'entusiasmo. Perché Pierluigi è sostanzialmente un entusiasta: della vita, anzitutto, ma anche della montagna, dei luoghi e delle persone a essa legati. L'entusiasmo è ciò che lo muove nel suo continuo viaggiare, camminare, esplorare, scalare. Entusiasmo è anche ciò che lo spinge a raccontare e condividere queste sue esperienze. Per ultimo, ma non ultimo, entusiasmo è ciò che maggiormente trapela - e trascina il lettore - da ogni suo scritto e in modo particolare da queste pagine dedicate alla sua impresa forse più bella e impegnativa: la traversata delle Alpi dall'Adriatico al Mar Ligure, dall'oriente all'occaso. Non si creda di trovare nel lungo e documentatissimo racconto di Pierluigi una guida dettagliata per escursionisti. Assolutamente no. E aggiungerei: fortunatamente no. Chi lo vorrà emulare dovrà fare come lui: munirsi di pazienza, acquistare e/o consultare tutta la manualistica di settore, informarsi magari contattando lo stesso Pierluigi che, in questo senso, è la disponibilità fatta persona (ecco un'altra sua dote: la disponibilità!). Il libro che vi accingete a leggere, infatti, è in realtà il diario di bordo di un capitano di lungo corso alpino deciso a conoscere ogni piega dei "monti naviganti" di rumiziana memoria. E, qua e là, un po' di Paolo Rumiz tra le righe di Pierluigi si respira, si apprezza, si assapora. Specialmente quando alterna, all'interno dello stesso capitolo, che è poi una tappa di quell'infinito viaggio dall'Adriatico al Mar Ligure, considerazioni sulla gente, sulla storia dei luoghi, ma anche impressioni di fonte alle tramature del cielo al tramonto, le descrizioni di lunghe marce sotto la pioggia, del profumo accogliente del rifugio al termine di un lungo cammino, della gentilezza e della cordialità del tale gestore come pure della rozzezza o della rapacità del talaltro. Sono pagine che si possono leggere centellinandole come un vino buono ma anche, come ho fatto io, abboffandosene come ciliegie dolci e mature, giacché l'una tira l'altra e non stancano mai. Ma state sicuri: non farete indigestione. È tutta roba buona quella proposta da Pierluigi, che vi arricchirà sia sul piano culturale che su quello più squisitamente tecnico-escursionistico. E poiché Pierluigi, come abbiamo anticipato, è un entusiasta che sa entusiasmare, prima di iniziare a leggere sarà opportuno che abbiate preparato lo zaino da trekking e accumulato un buon numero di giorni di ferie perché l'impulso a emularlo sarà inevitabile. Buona lettura, quindi. Ma forse sarebbe più giusto augurarvi buon viaggio assieme a "Capitan Pierluigi", irrequieto nocchiere dei monti naviganti!