Vado a Shanghai per comprarmi un cappello
Edizioni Piemme
Casale Monferrato, 2008; paperback, pp. 252, cm 13,5x21.
ISBN: 88-384-8732-4
- EAN13: 9788838487323
Subject: Historical Essays,Towns,Travel's Culture
Places: Out of Europe
Extra: Oriental Art and Culture
Languages:
Weight: 0.268 kg
Palazzi avveniristici e prodezze tecnologiche, capitalismo aggressivo e consumismo sfrenato: Shanghai oggi. Lontana dal glamour e dal fascino che l'avevano resa un'icona internazionale negli anni ruggenti. Irriconoscibile per chi, come Bamboo Hirst, che a Shanghai è nata e ha trascorso l'infanzia, ne ricorda proprio quell'età dell'oro. Aggrappandosi al filo della memoria, l'autrice si stacca dal presente e si rivede ragazzina, con un basco sui folti capelli neri e una divisa blu a gonfiarle il corpo sottile, mentre esce dal portone del collegio e percorre le strade della città. Seguendo la mappa dei suoi ricordi, la accompagniamo in un viaggio attraverso la Shanghai che era, dall'epoca del suo massimo splendore, negli anni Venti e Trenta, al suo declino dopo la Seconda guerra mondiale. Una città cosmopolita e dai mille volti: cinese ed europea insieme, "prostituta dell'Asia" e "Parigi d'Oriente", sede di missioni e fumerie d'oppio, focolaio di rivoluzioni e intrighi internazionali. Una città contraddittoria: paradiso per first ladies e star di Hollywood, uomini di Stato e boss della malavita, e allo stesso tempo rifugio di derelitti, affamati, emarginati della società. Meta preferita di Marlene Dietrich per lo shopping (la diva andava fino a Shanghai anche solo per comprarsi un cappello) e di personaggi celebri in cerca di trasgressione (come Edda e Galeazze Ciano), ma anche fonte di ispirazione per "La condizione umana di Malraux".