Bagnoli

La sirena dell'allarme, l'esplosione e il crollo della prima ciminiera in un pomeriggio del gennaio 1998, furono per me il segnale che l'Italsider di Bagnoli non ci sarebbe più stata. Un pezzo della città di Napoli e della sua storia stava per scomparire definitivamente e in me nasceva il desiderio di serbare memoria di quel grande sito industriale documentandone il processo di trasformazione. Ci racconta così Gianni Fiorito la nascita di questo progetto per realizzare il quale il fotografo napoletano ha cominciato a frequentare un territorio sconosciuto alla grandissima parte dei napoletani. Un viaggio in un nuovo mondo, dove a ogni tappa si scoprono paesaggi, montagne artificiali di materiali di recupero, tracce di vita lavorativa, che il processo della bonifica improvvisamente svela o inesorabilmente copre. Contemporaneamente alle mutazioni che avvengono nel chiuso del muro di cinta, anche all'esterno qualcosa cambia. La spiaggia di Bagnoli si è ripopolata di ombrelloni e sedie a sdraio, i giovani si sono radunati intorno alla musica, bambini immaginando un futuro diverso per il loro quartiere sfilano nel giorno di carnevale travestiti da nuovi mestieri, altri, più grandi, solcano le acque del golfo, turisti fotografano i resti industriali. Segnali della trasformazione in atto più che cambiamenti definitivi, suggerimenti, prove generali che col tempo daranno vita a nuove forme di socialità e differenti modelli lavorativi per un quartiere da immaginare diverso.