Il diritto come struttura e come forma
Torino, 1998; paperback, pp. XVI-280.
ISBN: 88-348-8084-6
- EAN13: 9788834880845
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INDICE CAPITOLO I - IL DIRITTO COME REALTÀ NORMATIVA 1. Le norme giuridiche in Croce e in Bobbio 2. L'imperativismo della norma giuridica 3. Il diritto come volontà collettiva indispensabile all'esistenza della società 4. L'esistenza del fenomeno giuridico quale dato di fatto 5. L'ordinamento come complesso di norme giuridiche 6. Il diritto come espressione della civiltà di un popolo CAPITOLO II - IL DIRITTO COME FATTO DI RELAZIONE 1. Il diritto come volontà collettiva depsicologizzata 2. Le norme giuridiche come norme eteronome 3. L'ordinamento come complesso di rapporti giuridici 4. Il diritto come dimensione necessaria dell'esistenza di ciascuno 5. Il diritto come schematizzazione della realtà sulla base dei rapporti intersoggettivi 6. Il diritto come contemperamento fra contrapposte sfere giuridiche 7. La causa delle norme giuridiche 8. La tutela degli interessi contrapposti 9. La delimitazione dei contrapposti interessi quale viene compiuta attraverso il conferimento di diritti e l'imposizione di obblighi CAPITOLO III - LA CONTRAPPOSIZIONE TRA NORMA E SOCIETÀ 1. La società come oggetto di una regolamentazione normativa 2. La negazione della realtà normativà come negazione della giuridicità 3. L'identificazione del diritto con la società come caos e sopraffazione 4. L'identificazione, compiuta da Santi Romano, del diritto con la società 5. I1 significato dell'aforisma "ubi societas ibi jus" CAPITOLO IV - LA CONTRAPPOSIZIONE TRA IL GIURTDICO E IL PREGIURIDICO SOTTO IL PROFILO NORMATIVO 1. Aspetti non giuridici dei rapporti intersoggettivi 2. Necessità di distinguere il giuridico ed il pregiuridico sotto il profilo normativo 3. Le norme giuridiche come imperativi categorici 4. Le norme pregiuridiche come imperativi ipotetici 5. Lacontrapposizione fra norme ipotetiche e norme categoriche 6. Critica all'equiparazione, effettuata dal Romano, fra norme giuridiche e pregiuridiche 7. Autonomia della scienza giuridica CAPITOLO V - PROFILI FORMALI DEL CORPO SOCIALE 1. La forma come determinazione delle modalità secondo le quali si atteggiano i rapporti intersoggettivi 2. La forma come causa della norma giuridica 3. La forma come aspetto sensibile dei rapporti intersoggettivi 4. La forma come idea 5. La forma come schematizzazione del reale 6. La forma come logica 7. Sistematicità e ragionevolezza dei sistemi normativi CAPITOLO VI - PROFILI STRUTTURALI DEL CORPO SOCIALE 1. Il diritto come struttura 2. La struttura come complesso di norme categoriche 3. L'irrilevanza, in una struttura giuridica, dei destinatari delle norme 4. La contrapposizione tra materia e forma nell'organizzazione giuridica della società 5. La simbiosi tra materia e forma nell'organizzazione giuridica della società 6. La struttura giuridica del corpo sociale come espressione di logica e razionalità CAPITOLO VII - L'ESTERIORITÀ DEL DIRITTO ED I LIMITI ALLA RILEVANZA GIURIDICA DELL'ATTEGGIAMENTO PSICOLOGICO DEI CONSOCIATI 1. Esteriorità del diritto 2. Legalità e moralità 3. Irrilevanza dell'adesione interiore del destinatario ai precetti giuridici 4. Irrilevanza dei motivi che determinano il singolo ad ottemperare ai precetti giuridici 5. L'intenzionalità del comportamento umano in quanto produttivo di conseguenze giuridiche CAPITOLO VIII - LA SANZIONECOME PRECETTO GIURIDICO ACCESSORIO E STRUMENTALE 1. La sanzione come precetto giuridico accessorio rispetto alla parte dispositiva della norma 2. Assenza di una caratterizzazione della norma giuridica da parte della sanzione 3. Norme sprovviste di sanzione 4. Irrilevanza, circa la giuridicità della prescrizione normativa, di una loro eventuale trasgressione da parte dei consociati 5. L'asserita indispensabilità della sanzione come valorizzazione della forza bruta CAPITOLO IX - LA POSITIVTTÀ ED EFFETTIVITÀ DELLE N0RME GIURIDICHE 1. La positività del diritto come sua provenienza dagli organi esponenziali di una società 2. La positività del diritto come sua effettiva inerenza ad un corpo sociale 3. Il principio di effettività 4. Irrilevanza del mancato rispetto, da parte dei consociati, dei singoli precetti giuridici dell'ordinamento 5. Irrilevanza del consenso sociale sulla positività del diritto 6. Il venir meno della positività di un complesso normativo per effetto del cambiamento degli organi esponenziali della società 7. Distinzione tra giuridicità e positività CAPITOLO X - I RAPPORTI FRA DISTINTI ORDINAMENTI GIURIDICI 1. Ordinamenti giuridici originari e sovrani ed ordinamenti minori e derivati 2. Condizionamento della giuridicità degli ordinamenti minori da parte di quelli sopraordinati 3. Necessario inserimento degli ordinamenti minori in un ordinamento sovrano ad essi sopraordinato 4. I1 principio della pluralità degli ordinamenti giuridici quale si configura attraverso l'identificazione del diritto con la società 5. La pluralità degli ordinamenti giuridici come complesso di fonti normative CAPITOLO XI - LA GIURIDICITÀ DEI PRECETTI DI COMPORTAMENTO EMANATI DA UN ORDINAMENTO MINORE SULLA BASE DEL PRINCIPIO DI AUTONOMIA 1. L'autonomia come fondamento della giuridicità degli ordinamenti minori 2. Profili decisionali ed organizzativi degli ordinamenti minori 3. Unitarietà e settorialità degli ordinamenti giuridici sovrani 4. L'autonomia delle manifestazioni di volontà individuali, ed il loro inserimento in una volontà collettiva 5. L'assenza di riconoscimento, da parte di un ordinamento sovrano, dei comandi intersoggettivi che non sono espressione di autonomia, ed il loro conseguente carattere pregiuridico CAPITOLO XII - L'ASSENZA DI GIURIDICITÀ DELLE NORME CRIMINALI 1. Le norme criminali ed il loro contrasto con il diritto dello Stato 2. lmpossibilitàdi equiparare i precetti delle organizzazioni criminali alle norme degli ordinamenti indipendenti e sovrani 3. Irrilevanza del fatto che le norme criminali vengano concretamente osservate 4. La norma criminale come atto di violenza 5. L'identificazione del diritto con la società come valorizzazione di una situazione di fatto basata su rapporti di forza CAPITOLO XIII - I PROFILI ORGANIZZATIVI DEGLI ORDINAMENTI MINORI DOTATI DI AUTONOMIA 1. Gli enti pubblici come ordinamenti minori e derivati 2. Gli enti pubblici come organizzazioni funzionalizzate al perseguimento di finalità di interesse collettivo 3. Il rapporto fra gli enti pubblici e la legge dello Stato 4. Inserimento degli enti pubblici in un apparato organizzativo unitario 5. L'autonomia pubblica delle persone giuridiche pubbliche 6. Gli enti privati quali istituzioni dotate di autonomia privata CAPITOLO XIV - L'INTERNACOERENZA DEI SISTEMI GIURIDICI NORMATIVI 1. La gerarchia formale delle fonti normative all'interno di un ordinamento sovrano 2. L'inserimento degli atti negoziali, pubblici e privati, nella gerarchia delle fonti 3. La strutturazione del corpo sociale compiuta dalle norme giuridiche, nell'ambito della gerarchia delle fonti, sulla base del proprio contenuto precettivo 4. La coerenza dei sistemi normativi quale è garantita dalla presenza, al loro interno, di principi giuridici generali 5. Necessaria pluralità di principi giuridici generali all'interno di ogni ordinamento 6. Impossibilità di trovare una spiegazione del fenomeno giuridico in principi non enunciati in un ordinamento CAPITOLO XV - LA DISTINZIONE FRA I POTERI DELLO STATO 1. La generalità e l'astrattezza quali elementi accidentali e non qualificanti della giuridicità delle norme 2. La generalità e l'astrattezza delle norme giuridiche e la distinzione tra potere legislativo ed amministrativo 3. Distinzione formale e giuridica tra legge ed atti negoziali pubblici e privati 4. L'efficacia normativa delle pronunce giurisprudenziali 5. Importanza determinante dell'esercizio della funzione giurisdizionale sull'evolversi della vita associata 6. Mancata assolutezza del principio della divisione dei poteri, ed interferenze nei loro reciproci rapporti CAPITOLO XVI - NORME GIURIDICHE E NORME MORALI 1. Le norme morali come norme non giuridiche 2. Le norme morali come norme divine 3. Inidoneità delle norme morali a sostituire quelle giuridiche 4. Le norme morali come norme pregiuridiche nei rapporti fra i consociati 5. Il diritto delle società primitive CAPITOLO XVII - DIRITTO E GIUSTIZIA 1. La compenetrazione tra diritto e giustizia 2. Impossibilità di considerare la norma giuridica come necessariamente estranea alla morale 3. Assorbimento di valori spirituali da parte dei principi generali dell'ordinamento giuridico 4. Le norme dell'ordinamento giuridico statale convergono verso la salvaguardia della persona umana 5. Valori spirituali e cristiani della nostra Costituzione 6. Nucleo di norme moralmente valide all'interno degli Stati assoluti 7. Carattere transeunte degli ordinamenti difformi da principi etici 8. Norme inopportune e norme immorali CAPITOLO XVIII - VALIDITÀ MORALE DEL FENOMENO GIURIDICO 1. Ragioni morali dell'osservanza della norma giuridica 2. I1 diritto viene seguito per ragioni pratiche solo dalle persone immorali 3. Accidentalità del calcolo utilitaristico di chi vuole evitare la sanzione 4. Eventuale coincidenza di contenuto tra norma giuridica e norma morale 5. Significato della mancata coincidenza tra diritto e morale ó. Necessità che le norme giuridiche tutelino la libertà di coscienza 7. I1 diritto come garanzia di libertà 8. Le norme illiberali dello Stato assoluto 9. Impossibilità di considerare le norme giuridiche come un ostacolo alla realizzazione della giustizia CAPITOLO XIX - I DIRITTI INVIOLABILI DELL'UOMO 1. Le norme morali indispensabili ad una civile convivenza e la tutela dei c.d. diritti inviolabili della persona umana 2. Dalla natura quale realtà inanimata non possono provenire precetti morali 3. L'uomo non è per sua natura inclinato solo al bene 4. Natura incerta e soggettiva della percezione del bene 5. La percezione del bene nasce dalla virtù 6. La coscienza non può imporre alcunché per mancanza di intersoggettività e solo fa avvertire la presenza di norme morali CAPITOLO XX - ASPETTI GIUSNATURALISTICI DELL'IDENTIFICAZIONE DEL DIRITTO CON LA SOCIETÀ 1. L'identificazione del diritto con la società e il diritto naturale 2. Carattere immanente e non trascendente del fenomeno giuridico secondo la teoria istituzionale 3. Il neogiusnaturalismo della teoria istituzionale 4. La realtà sociale come nuovo assoluto 5. La teoria di Santi Romano e il fascino del giusnaturalismo 6. L'identificazione del diritto con le concezioni vigenti all'interno della società come costruzione giusnaturalistica 7. Impossibilità di configurare un ordinamento giuridico privato contrapponentesi a quello dello Stato CAPITOLO XXI - COSTITUZIONE FORMALE E COSTITUZIONE MATERIALE 1. La "Costituzione materiale" di Costantino Mortati 2. La "Costituzione materiale" come concezione giusnaturalistica 3. Impossibilità di attribuire valore normativo, sulla base di un'ipotetica "Costituzione materiale", a qualunque rapporto di forze che determini l'assetto istituzionale della società 4. La realtà sociale non può avere valore normativo, perché tale prerogativa compete unicamente al dato formale e giuridico 5. La "Costituzione materiale" disconoscerebbe la funzione di garanzia che è propria della Carta Costituzionale CAPITOLO XXII - L'INTERPRETAZIONE GIURIDICA COME RICOSTRUZIONE DEL RAPPORTO TRA NORMA E SOCIETÀ 1. L'interpretazione giuridica come ricostruzione del rapporto tra materia e forma 2. Il formalismo giuridico come grettezza interpretativa 3. Necessità di interpretare il sistema normativo in relazione alle concrete esigenze della vita associata 4. La flessibilità delle norme giuridiche ed i suoi limiti 5. Critiche all'identificazione dell'interpretazione giuridica con un deteriore formalismo 6. L'interpretazione giuridica non può basarsi solo sulla giustizia prescindendo dal diritto positivo CAPITOLO XXIII - FATTISPECIE ASTRATTA E FATTISPECIE CONCRETA 1. Ilproblema delle lacune 2. La completezza formale dei complessi normativi 3. La ricostruzione della fattispecie concreta ed il richiamo delle norme corrispondenti 4. La valutazione pregiuridica della fattispecie concreta 5. La fattispecie astratta come entità composta da più norme giuridiche 6. La determinazione dei rapporti fra le norme: il criterio cronologico e la gerarchia delle fonti CAPITOLO XXIV - L'ADEGUAMENTO DELLA FATTISPECIE ASTRATTA ALLA FATTISPECIE CONCRETA 1. II condizionamento della fattispecie astratta da parte della fattispecie concreta 2. L'immagine normativa come specchio della sottostante realtà nel suo dover essere 3. Il completamento interpretativo della fattispecie astratta 4. L'evolversi della vita associata CAPITOLO XXV - LA RILEVANZA DEL DATO PREGIURIDICO NELL'INTERPRETAZIONE DEL DIRITTO 1. La duplice rilevanza dei giudizi di valore nell'interpretazione del diritto 2. L'importanza dei criteri pregiuridici nell'interpretazione della fattispecie astratta 3. L'osmosi tra il giuridico e il pregiuridico a livello interpretativo 4. La sensibilità dell'interprete e il superamento del formalismo interpretativo 5. L'importanza determinante, per il giurista, dell'interpretazione del fatto 6. Il contenuto della fattispecie astratta e la sostanza dei rapporti intersoggettivi 7. Analisi semantica del linguaggio normativo CAPITOLO XXVI - IL DIRITTO VIVENTE COME CORRETTA ATTUAZIONE DEI COMPLESSI NORMATIVI 1. La corretta attuazione delle norme giuridiche, compiuta in aderenza alle esigenze della società, come diritto vivente 2. L'attuazione delle norme costituzionali 3. II diritto vivente come complesso di disposizioni attuative di precetti più generali 4. Importanza determinante dell'interpretazione giuridica per la vita dei consociati 5. II diritto vivente ed i rapporti giuridici tra materia e forma CAPITOLO XXVII - LA RAZIONALITÀ DELL'OPERAZIONE INTERPRETATIVA 1. La logica giuridica come studio delle norme 2. Aspetti dell'operazione interpretativa che sfuggono alle regole della logica giuridica 3. Assenza di certezze nell'operazione interpretativa nonostante la presenza della logica 4. Impossibilità, per la logica, di verificare l'attendibilità delle premesse del ragionamento interpretativo 5. L'armonia e la coerenza dei sistemi giuridici CAPITOLO XXVIII - LE GARANZIE DELLO STATO DI DIRITTO E LA SOGGETTIVITÀ DELL'OPERAZIONE INTERPRETATIVA 1. L'esercizio della funzione giurisdizionale come attuazione obiettiva ed imparziale dell'ordinamento giuridico 2. La sentenza del giudice e il c.d. sillogismo giudiziale 3. Il sillogismo come rapporto tra materia e forma che presuppone già compiuta l'operazione interpretativa 4. La soggettività dell'attività interpretativa 5. La caratterizzazione sociologica della giurisprudenza 6. Necessità che l'organo giudicante disattenda, all'occorrenza, le convinzioni prevalenti all'interno della società CAPITOLO XXIX - L'INDIPENDENZA DELL'ORDINE GIUDIZIARIO 1. Lo Stato di diritto e l'interpretazione giuridica 2. Il rispetto della legalità come fatto di costume 3. L'indipendenza della Magistratura 4. Poteri assoluti che di fatto competono agli organi giudicanti 5. Eventuali abusi che può compiere la Magistratura nell'ambito dell'assolutezza dei suoi poteri 6. II corretto esercizio della funzione giurisdizionale come indispensabile garanzia dello Stato di diritto 7. L'autogoverno dell'Ordine giudiziario 8. Necessità che l'intera collettività sia concorde sull'esigenza di rispettare i diritti umani CAPITOLO XXX - LA DETERMINAZIONE DELL'INDIRIZZO POLITICO E L'ESERCIZIO DELLA FUNZIONE GIURISDIZIONALE 1. L'indirizzo politico come determinazione dei fini supremi della collettività 2. Assenza, per l'indirizzo politico, di proprie manifestazioni formali giuridicamente caratterizzate 3. Profili dell'attività giurisdizionale che la rendono contrastante con l'esercizio della funzione di indirizzo politico 4. Necessità, per l'organo giudicante, di esercitare le proprie funzioni in maniera obiettiva ed imparziale 5. Valutazioni politiche compiute dalla Corte Costituzionale, e necessità che le interpretazioni della Corte rispettino i precetti costituzionali CAPITOLO XXXI - LA POLITICITÀ DELLE SCELTE ATTUATIVE DEI PRECETTI COSTITUZIONALI E LA PREDETERMINAZIONE DEI PRINCIPI GENERALI DELL'ORDINAMENTO GIURIDICO 1. La funzione legislativa come espressione di un potere di indirizzo politico 2. Gli atti amministrativi che costituiscono espressione di un potere di indirizzo politico 3. La determinazione dei principi generali dell'ordinamento come espressione di un potere politico 4. La politicità delle scelte attuative della Costituzione e la necessità che esse siano conformi alle sue prescrizioni