Riedizione del terzo romanzo di Luigi Pirandello "Il fu Mattia Pascal" (1904), nel quale il protagonista, vittima di una serie di casualità per cui viene erroneamente dichiarato morto, approfitta della sua nuova condizione e di una fortunosa ingente vincita a Montecarlo per inventarsi una nuova vita. Fuori da ogni forma sociale dovrà alla fine arrendersi all'impossibilità di realizzare il suo ideale di libertà e tornare alla sua precedente identità per scoprirla vecchia e superata e riconoscersi nel nuovo personaggio del "fu Mattia Pascal".
Pirandello con questa opera rompe definitivamente con i concetti di Naturalismo e Verismo e lo fa attraverso la tecnica dell'ironia con la quale sovverte il tradizionale tempo narrativo e la concezione dell'unità della persona umana per creare un "personaggio" dall'identità frammentaria, preda degli eventi ed in continua lotta con una società che lo vuole sottomesso e omologato.
Poeta e pittrice si misurano con il gigante pirandelliano e lo fanno cogliendo con maestria la disperazione dell'uomo contemporaneo che, compresa l'illusorietà della sua condizione di libertà, soffoca il proprio grido di dolore sotto la parvenza di vane fughe e false identità, perdendo il coraggio di 'essere' e scegliendo di 'apparire'.
Entrambi gli artisti utilizzano come linguaggio la forza delle immagini, la loro espressività ed immediatezza, tanto più intense quanto il sentimento che vanno a raccontare.
La riedizione di Primago tende a fondere classicismo e contemporaneità, letteratura e arte, in un progetto di ampio respiro che anela a restituire all' IMMAGINE la propria valenza originaria al fianco della parola, con l'intento di creare un'opera d'arte unitaria che riconsegni al lettore il diritto all' IMMAGINAZIONE e alla BELLEZZA.
Un'edizione speciale in cui il libro torna ad essere oggetto d'arte.