Esisto... Dunque penso

È palese l’indagine introspettiva che ha condotto il poeta orientata a costruire una sorta di dimensione lirica atipica ma potente, a tal punto da sentire “bruciare sulla pelle” i graffi di questa sua riflessione auto-narrante, in cui lo stesso poeta, senza ricercate licenze o preziosi proselitismi, ben descrive l’universo intero, così come lo percepisce, lo vede… Lo vive.

La semantica delle parole è dimessa, quasi familiare, armonica, mai pesante o capziosa. Luigi scrive con una “semplicitas” quasi petroniana, quella di chi ama la vita, di chi adora la famiglia, gli affetti, crede nei valori fondamentali, e lo fa con la fantasia dei sognatori più irriducibili che, giorno dopo giorno, proprio per la sensibilità che alberga nei loro cuori, sperano, immaginano e sognano una società, un mondo e un universo che si migliorano fino alla sublimazione.

Il suo è un “immaginario poetico”, tipico di chi anela a un mondo idealmente perfetto, ovvero a una sorta di “Atlantide”, che nasce dalle sue emozioni, dal desiderio, dai suoi sogni, elementi tutti che stimolano la lettura della sua silloge e che, nel contempo, si sostanziano in un perfetto bilanciamento fra domande e risposte, tra reale e virtuale, tra tesi e antitesi. Ma ciò che più importa, alla fine, è la sintesi di questo interessante lavoro volutamente anarchico, forse anche indisciplinato, ma sicuramente, sempre composto, spontaneo e leale.
In definitiva, in ogni ambito di questa raccolta di poesie, la lettura della poetica dell’autore regala suggestioni ed emozioni interessanti, aprendo sempre orizzonti intriganti, mai scontati o nascosti, sui grandi argomenti e sulle tematiche più importanti della riflessione umana.