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Nicola Grassi (1682-1748)

Treviso, 2019; cartonato, pp. 532, ill. b/n e col., tavv. b/n e col., cm 24x30.

prezzo di copertina: € 90.00

Nicola Grassi (1682-1748)

Costo totale: € 90.00 € 240.00 aggiungi al carrello carrello

Libri compresi nell'offerta:

Nicola Grassi (1682-1748)

Treviso, 2019; cartonato, pp. 532, ill. b/n e col., tavv. b/n e col., cm 24x30.

OMAGGIO (prezzo di copertina: € 90.00)

Nicola Grassi (1682-1748)

Carlo Dolci. Complete Catalogue of the Paintings

Testo Inglese.
Firenze, 2015; br., pp. 392, 100 ill. b/n, 186 ill. col., cm 24,5x28,5.

OMAGGIO (prezzo di copertina: € 150.00)

Carlo Dolci. Complete Catalogue of the Paintings

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Il cattivo tedesco e il bravo italiano. La rimozione delle colpe della seconda guerra mondiale

Gius. Laterza & Figli

Bari, 2016; br., pp. XIX-288, cm 17x24.
(Economica Laterza).

collana: Economica Laterza

ISBN: 88-581-2385-9 - EAN13: 9788858123850

Soggetto: Saggi Storici

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Luoghi: Italia

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.34 kg


Cattivo tedesco. Barbaro, sanguinario, imbevuto di ideologia razzista e pronto a eseguire gli ordini con brutalità. Al contrario, bravo italiano. Pacifico, empatico, contrario alla guerra, cordiale e generoso anche quando vestiva i panni dell'occupante. Sono i due stereotipi che hanno segnato la memoria pubblica nazionale e consentito il formarsi di una zona d'ombra: non fare i conti con gli aspetti aggressivi e criminali della guerra combattuta dall'Italia monarchico-fascista a fianco del Terzo Reich. A distinguere fra Italia e Germania era stata innanzitutto la propaganda degli Alleati: la responsabilità della guerra non gravava sul popolo italiano ma su Mussolini e sul regime, che avevano messo il destino del paese nelle mani del sanguinario camerata germanico. Gli italiani non avevano colpe e il vero nemico della nazione era il Tedesco. Gli argomenti furono ripresi e rilanciati dopo l'8 settembre dal re e da Badoglio e da tutte le forze dell'antifascismo, prima impegnati a mobilitare la nazione contro l'oppressore tedesco e il traditore fascista, poi a rivendicare per il paese sconfitto una pace non punitiva. La giusta esaltazione dei meriti guadagnati nella guerra di Liberazione ha finito così per oscurare le responsabilità italiane ed è prevalsa un'immagine autoassolutoria che ha addossato sui tedeschi il peso esclusivo dei crimini dell'Asse, non senza l'interessato beneplacito e l'impegno attivo di uomini e istituzioni che avevano sostenuto la tragica avventura del fascismo.

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