Mari discordi. Per un'antropologia delle pratiche e delle rappresentazioni
Milano, 2015; br., pp. 220.
(Imagines. 11).
collana: Imagines
ISBN: 88-917112-9-2
- EAN13: 9788891711298
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Peso: 1.06 kg
Da guardinga e prudente la relazione che l'uomo ha tradizionalmente cercato di intessere con il mare, alle più diverse latitudini, si è andata facendo, in epoca industriale, "prestazionale", velocistica e tecnologica, dal momento in cui, soprattutto a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, alla propulsione velica succede quella a motore, inizialmente a vapore. Da quel momento, vuoi per i tonnellaggi sempre maggiori, vuoi per il raffinarsi della strumentazione di governo e navigazione, il mare sembra farsi dimensione finalmente domesticabile. Le rive, intanto, vedono la trasformazione dei radi centri rivieraschi dediti alla pesca in rutilanti, fatue stazioni balneari che andranno moltiplicandosi ed aprendosi ad una clientela sempre più ampia ed eterogenea, in verità molto cittadina e poco balneare. Gli specchi d'acqua antistanti spiagge alla moda e porticcioli diverranno spazi di manovra privilegiati dallo yachting e dai dorati mondi delle regate e poi dell'offshore. La "presa di possesso" del mare continuerà sotto la sua superficie con la pesca subacquea e lo snorkeling mentre altre discipline useranno invece la distesa equorea quale trampolino per "involarsi", come nel windsurf e nel flyboard. In questo volume si indaga, in una prospettiva antropologica, l'articolarsi di una congerie di moderne ed odierne rappresentazioni del mare.