Guida critica alla evoluzione del diritto amministrativo. Analisi ragionata per le prove scritte

Oggi la branca del diritto pubblico è (più di ogni altra) percorsa da sommovimenti di ogni genere. Sentenze delle Corti Sovranazionali; codificazione del processo amministrativo; comunanza di istituti con il diritto civile ed interpretazione non coincidente da parte delle Corti Superiori del medesimo istituto giuridico; innovazioni legislative di carattere parcellizzato e, insieme, codificazioni ispirate alla organicità in singole materie: tutto questo, e molto altro ancora, congiura nel rendere l'elaborazione dottrinaria e giurisprudenziale in perenne fermento. Cadono i punti fermi, svaniscono i cardini orientativi, i "principi" del diritto amministrativo classico subiscono torsioni che ne riducono la portata di riferimento orientativo per la interpretazione di più istituti. Dai "principi" si è transitati, al più, alle "nozioni comuni". Ciò avviene nel campo del diritto sostanziale, ma anche e soprattutto in quello processuale. Le affermazioni assolute durano lo spazio di un mattino.
Questo magma non deve essere necessariamente visto con sfavore: può rappresentare una occasione unica per rifondare il sistema, e per perseguire l'obiettivo che da sempre costituisce l'essenza dell'aspirazione dei cultori della materia: concorrere ad assicurare la "giustizia nell'Amministrazione" attraverso l'accesso dei cittadini alla Giustizia con il duplice scopo di assicurare piena tutela alle posizioni giuridiche lese e - attraverso ciò - spingere l'Amministrazione a migliorare la qualità del servizio reso. Di qui il richiamo, pur nella confusione, alla eccellenza della situazione complessiva. L'aspirazione di questo volumetto, è molto ridotta. Essa certo non riposa nella volontà di stigmatizzare interpretazioni dottrinarie ovvero arresti giurisprudenziali che si ritengono "fuori asse". Si vuole chiarire come si atteggia, oggi, la dialettica costante tra il potere esercitato dall'Amministrazione ed il vaglio giurisdizionale che si svolge in sede processuale.
L'idea è stata quella di provare a fare ciò sottolineando divergenze e contrasti; evidenziando contraddizioni ed alternative alle tesi prevalenti; di porre in risalto i casi in cui la ribadita permanente attualità di un principio avrebbe indotto a pronosticare un approdo diverso rispetto a quello raggiunto.
Non appare contraddittorio poi, che si voglia - attraverso questo percorso, in parte disorganico e parziale - non già fornire illuminanti rivelazioni atte ad appianare le contraddizioni (compito, quest'ultimo, ben superiore alle forze di chi scrive) quanto cercare di fornire un ausilio ai candidati ai concorsi per le Magistrature Superiori e per la Magistratura Ordinaria. La scelta delle tematiche è stata limitata a quelle di maggiore interesse sistematico e dotate del requisito della "trasversalità": si è voluto cioè, fornire materia di studio ed approfondimento "utilizzabile" nell'esame di più argomenti, con qualche incursione in altri rami del diritto che presentano punti di contatto. Questa, almeno, è la speranza ed insieme l'ambizione sottesa a questo lavoro.