Commentario all'offerta pubblica di acquisto

Una disamina ragionata della disciplina (più corretto risulterebbe l'utilizzo del "plurale") dell'offerta pubblica di acquisto nel nostro Paese è resa difficile dal sovrapporsi delle normative e, soprattutto, dal susseguirsi, quasi frenetico, delle finalità, a volte contrastanti, che hanno ispirato il legislatore. Nel prescindere al riferimento della disciplina sull'OPA contenuta nel Testo Unico della Finanza, che pure rappresenta il "punto di partenza" dei lavori di questo Volume, è opportuno ricordare che con il d.lgs. 19 novembre 2007, n. 229, l'Italia ha dato una prima attuazione alla direttiva 2004/25/CE, nota come "direttiva OPA", sostanzialmente ispirata, sia pure tra molteplici contrasti, alla creazione di un mercato del controllo societario, con riferimento proprio alle offerte pubbliche finalizzate ad ottenere il controllo di una società quotata.
Il d.lgs. 25 settembre 2009, n. 146, recante "Disposizioni integrative e correttive del d.lgs. 19 novembre 2007, n. 229, recante attuazione alla Direttiva 2004/25/CE concernente le offerte pubbliche di acquisto", ha nuovamente modificato la disciplina delle regole di passività dell'organo amministrativo (art. 104 Tuf) e della correlata regola di reciprocità (art.
104-ter Tuf), nonché hanno innovato la disciplina dell'acquisto di concerto (artt. 101-bis e 109 Tuf), attribuendo, altresì, alla Consob il potere di individuare le fattispecie e le modalità con cui gli strumenti finanziari derivati detenuti sono computati nella partecipazione rilevante per il lancio dell'OPA successiva.
In questo Commentario si è cercato di cogliere l'occasione per proporre una riflessione sincronica delle nuove regole, nel tentativo di offrire una lettura di insieme dell'impianto normativo, non solo attraverso un confronto tra le diverse norme, così rapidamente succedutesi nel tempo, ma pure attraverso un confronto serrato con esperienze di altri ordinamenti europei, nel tentativo di offrire una risposta agli interrogativi, anche di tipo operativo, che il singolare succedersi delle diverse discipline ha lasciato aperti.
Il volume vuole essere un esempio di come "letture", "impostazioni", "esperienze professionali" diverse possano trovare corretta sistemazione in un'opera collettanea, in una prospettiva di proficuo dibattito su tematiche così rilevanti per lo sviluppo del nostro Paese, ricollocando l'Università al centro di quel processo innovativo, che, purtroppo, la "tristezza" dei tempi recenti ha fatto scivolare in una marginalità mai prima conosciuta.