Diario della caduta del comunismo

Vent'anni fa, fra l'agosto e il novembre del 1989, si estingueva il sistema comunista nell'Est europeo. In Urss finì due anni dopo. Pochissimi lo avevano previsto, pochi in Occidente lo desideravano. Renzo Foa, che visse quegli eventi sul ponte di comando dell' Unità, propone in forma di diario - e senza cambiare nemmeno una virgola - gli articoli con cui analizzò e commentò la fine dell'ultimo totalitarismo europeo. È un quadro vivace, drammatico, anti ideologico di come crollò il comunismo in Polonia, in Germania Est, in Ungheria, in Cecoslovacchia e infine a Mosca, e indirettamente del dramma vissuto dal Pci che non fu in grado allora di fare i conti con la proprio storia: passeranno infatti vent'anni prima che i suoi eredi - sempre meno nuovi e ormai invecchiati anche anagraficamente - ci riuscissero. Ma da queste pagine emerge anche che nel Pci ci fu chi comprese in anticipo e accolse con favore e con sollievo il primo governo non comunista in Polonia, l'apertura delle frontiere ungheresi, la caduta di Honeker, la "rivoluzione di velluto" a Praga e l'avvento di Eltsin a Mosca.