Cucina Napoletana. Pranzi Giornalieri Variati ed Imbanditi in 672 Vivande Secondo i Prodotti delle Stagioni

La cucina napoletana attuale nasce intorno alla metà dell'Ottocento dalla fusione fra quella aristocratica e quella popolare: l'una dovette semplificarsi, l'altra ingentilirsi. Tra i precursori di questo processo di metamorfosi spicca la figura di Vincenzo Corrado, massima autorità della cucina aristocratica napoletana del Settecento, che visse a cavallo fra i due secoli e fu testimone del tramonto dell'epoca d'oro per la nobiltà. Egli in tarda età ai primi dell'Ottocento pubblicò un originale manuale di cucina napoletana: I Pranzi Giornalieri variati e imbanditi in 672 ricette secondo i prodotti delle stagioni, primo (e fortunato) tentativo di trasformare la cucina dei sontuosi pranzi di gala in una più adatta alla nuova situazione sociale e al mangiare quotidiano.
Ma mentre Ippolito Cavalcanti è l'autorità indiscussa simbolo della tradizione gastronomica napoletana, ed il suo ricettario è considerato il vangelo della nostra cucina dove si vanno a cercare le radici autentiche dei piatti più caratteristici, ai più Vincenzo Corrado è del tutto sconosciuto. Eppure fu scrittore quanto mai prolifico, molto apprezzato dai contemporanei, che avrebbe meritato maggiore fortuna tra i posteri per la sua rilevante produzione letteraria rivolta agli argomenti più vari, scientifici, gastronomici, e soprattutto le sue numerose ed originali opere sulla civiltà della tavola, ricche di spunti innovativi e di contributi alla cucina meridionale...
Uomo di profonda cultura, il Corrado fu soprattutto un grande gastronomo, simbolo del suo tempo nella variegata realtà napoletana che, pur descrivendo e restando fedele all'alta cucina francese imposta dalle convenzioni dell'epoca, riuscì a dare spazio alla tradizione napoletana e non esitò a rivolgere la sua attenzione alle novità quali erano allora la patata e il pomodoro, il caffè e la cioccolata